La vita è una prova per saper morire
Se ti stai chiedendo perché fermarsi al titolo ti dico che questa vita non ha senso se non ti prepari alla morte. Non parlo di una morte auto indotta ma quell’attesa del momento. Un po’ quel termine che si usa spesso dire: finché Dio non mi chiama a se.
E nel termine che si usa, spesso si trova anche la risposta. Quello stesso Dio, riconosciuto come quel tizio che ci aspetta lassù, è Colui che osserva, apprezza, giudica e sentenzia.
Quel Dio giudicato come autore della morte ingiusta di qualcuno è Colui il quale lascia liberi di vivere questa vita senza condannarci a nulla. Anzi cerca proprio di ricevere la tua fiducia e darti motivazione su cui fondare la vita.
Ci ho pensato molte volte anche io che era assurdo vivere sperando e pensando a quello che ci sarebbe stato dopo la morte. Col passare degli anni, affrontando le sconfitte e riscontrando che attraverso di Lui tutto effettivamente cambiava, mi sono spinto a scoprire e a poter affermare che con Dio le cose cambiano realmente.
Ora non è che con Dio cambiano le cose, perché tutti hanno un dio proprio. Io parlo di quel Dio, Signore, Padre, il cui figlio si chiama Jeshua, che è morto, risorto e che ha riscattato anche il mio peccato, che mi ha fatto risvegliare da quei sensi di colpa, dalle menzogne, dalle sconfitte, da quegli atteggiamenti e modi di fare sbagliati. Non solo questo ma molto altro ha cambiato la mia vita. Certamente attraverso la realizzazione che la verità era proprio nelle parole e nelle vicende di Quel Figlio, di quello che stava attraversando e che tutti conosciamo. Quello, “figurativamente”, come l’ho attraversato/attraverso io ogni volta che mi portano alla crocifissione per un mio pensiero, un mio andare contro corrente, essere sincero e realista. Il mio relazionarmi a quella figura mi ha fatto comprendere quanto io potessi ereditare attraverso l’imitazione di Quel Suo comportamento. Tutto questo mio identificarmi ha portato tanto, ma proprio tanto, nella mia vita.
Oggi, posso affermare, che nonostante il mio continuo mettermi in gioco ho sempre di più la consapevolezza che questa vita è una continua prova per sapere bene cosa ci aspetta dopo la morte. Ogni prova è una conquista del saper morire.
Puoi morire “da vivo” per ricominciare a vivere cioè morire umanamente per sconfiggere la tua vita carnale e comunque consapevole di essere sempre qui nel combattimento. “Qui”, intendo, nell’esempio di vita, “qui” nel tuo ricordo, “qui” a farti leggere e rileggere che il dopo è molto più importante di quello che credi di accumulare “qui” in Terra.
Impara anche tu a morire in alcuni dei tuoi atteggiamenti sbagliati, nei termini errati usati nel conversare, nel tuo vivere sgretolante per cominciare a vivere nonostante gli sputi, gli schiaffi, i calci e i chiodi che ti trafiggono di dolore sapendo che la tua tomba non sarà buia ma aperta alla vita.
Fede? Impara a credere a ciò che non vedi e sperare in quello che verrà.
In fondo la parola crea e fondare la fede da una Parola già di per sé potente, ti rende eterno perché eterna è la promessa. Un tempo “Colui” fece una promessa e non potendo promettere su qualcuno di più Grande, fece una promessa sul suo nome. Oggi quella promessa è ancora valida e segna una via, una verità (SacroSanta) per una vita eterna. Credici (parola di un ex incredulo). In fondo è una sfida tra te e Lui e Lui, credimi se ti va, non ti deluderà.
Buona sperimentazione.
Ispirato dal versetto:
Ebrei 11:1
Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono.
Vivi da morto ma puoi ricominciare a vivere morendo a te stesso vivendo per l’eternità
Commenti
Posta un commento