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Catene di gloria

Mica aveva un santuario: si era costruito un efod e degli idoli. Aveva dato l’incarico di sacerdote a uno dei suoi figli. Siccome a quel tempo il popolo d'Israele non aveva ancora un re, tutti facevano come volevano.
Giudici 17:5‭-‬6

Sì Mica è un po' come tutti quelli che "non hanno padrone" e si inventano la qualsiasi per vivere. Mica ha rubato dei soldi alla madre, millecento monete d'argento per l'esattezza, la madre di conseguenza maledì il ladro ma il ladro ce l'aveva in casa. Mica confidò alla madre che il ladro era lui e restituì la somma alla madre. La madre per sistemare la maledizione prese da quel denaro duecento monete d'argento e gli fece fare da un fabbro una statua ricoperta d'argento.

Non volendo scendere nei dettagli la madre maledice il ladro quindi ha maledetto suo figlio, cerca di riprendere la situazione in mano e secondo una realtà biblica lo ha messo anche in una cattiva posizione davanti a Dio in quanto gli ha fatto costruire un idolo, una statua da adorare. Se noi andassimo indietro con i ricordi a tutti salta in mente il comandamento che dice non adorate altri dèi.

Quale condanna si può dare a Mica e quale a sua madre?

Beh nessuna ma non perché sono buono, all'inizio c'è un punto fondamentale che dice: il popolo d'Israele non aveva ancora un re, tutti facevano come volevano.

Chi è l'ultimo Re di Israele ancora in vita che noi possiamo riconoscere e seguire per avere una guida? (Sono certo che ci sarebbero secondi se non minuti di panico per la risposta)

Gesù.

Allora il Signore manifesterà la sua presenza gloriosa e tutti potranno vederla. Il Signore stesso lo ha detto». Una voce grida: «Annunzia un messaggio!»; e io domando: «Che cosa devo annunziare?». «Annunzia che ogni uomo è come l’erba; e la sua consistenza è come il fiore del campo: secca l’erba, il fiore appassisce quando il Signore fa soffiare il vento su di essi. Sì, l’uomo è come l’erba: secca l’erba e il fiore appassisce; ma la parola del nostro Dio dura per sempre».
Isaia 40:5‭-‬8
Se noi non prendiamo consapevolezza che siamo erba che secca non ci renderemo conto che siamo destinati a marcire sulla terra ma se noi anziché idolatrare persone, cose o animali stabiliamo nella nostra vita un re allora la nostra vita è salva.
Ho scritto volutamente "un re" per usare una definizione di re specifico perché in fondo tutti seguono il proprio re ma nessuno prende consapevolezza dell'unico Re, il Re dei re (prendi le sfumature delle lettere maiuscole e minuscole).

Dio siede sulla cupola che copre la terra, di lassù gli uomini sembrano formiche; egli distende il cielo come un velo, lo dispiega come una tenda dove abitarvi. Toglie la forza ai potenti e annienta i prìncipi della terra. Sono come pianticelle trapiantate o appena seminate; hanno piccole radici nella terra: se Dio manda il vento contro di loro essi seccano e volano via come paglia. «A chi volete paragonarmi? Chi potrebbe essere uguale a me?», domanda Dio che è santo. Alzate gli occhi e osservate: chi ha creato le stelle? Solo uno, il Forte e Potente. Egli le conosce una per una; le chiama tutte per nome e nessuna manca all’appello.
Isaia 40:22‭-‬26

Serve aggiungere altro?

Il Re è Lui, è Dio ma non un dio qualunque, il Dio padre, padre di Gesù, l'ultimo Re di Israele, ancora vivo, sì è risorto, vero?

Egli dà energia a chi è affaticato e rende forte il debole. Perfino i giovani si stancano, anche i più forti vacillano e cadono; ma tutti quelli che confidano nel Signore ricevono forze sempre nuove: camminano senza affannarsi, corrono senza stancarsi, volano con ali di aquila.
Isaia 40:29‭-‬31

Lui dà i super poteri?

Dio rigenera se noi ci colleghiamo alle presa chiamata Gesù (se vogliamo utilizzare un termine attuale, quello dell'elettrico).

Quindi non ci servono catene umane o catene legate a cose come statue, oggetti tipo quadrifogli, cornetti portafortuna o ciondoli magici?

Certo che no.
La Parola che dà la vita esisteva fin dal principio: noi l’abbiamo udita, l’abbiamo vista con i nostri occhi, l’abbiamo contemplata, l’abbiamo toccata con le nostre mani. La vita si è manifestata e noi l’abbiamo veduta. Siamo i suoi testimoni e perciò ve ne parliamo. Vi annunziamo la vita eterna che era accanto a Dio Padre, e che il Padre ci ha fatto conoscere. Perciò parliamo anche a voi di ciò che abbiamo visto e udito; così sarete uniti a noi nella comunione che abbiamo con il Padre e con Gesù *Cristo suo Figlio. Vi scriviamo tutto questo, perché la nostra gioia sia perfetta.
1 Giovanni 1:1‭-‬4

Quindi la parola è importante ovvero la pronuncia delle nostre parole è importante. Era importante che la madre di Mica non maledicesse il ladro anche se le aveva portato via il denaro. La madre di Mica non sapeva che il ladro era suo figlio ma suo figlio, dal canto suo, non sapeva che adorare statue non era giusto (anche se conosceva l'antico testamento) ma la colpa non è sua, non sapeva chi seguire. Mica infatti poi perde tutto leggendo il proseguo del racconto.
L'apostolo Tommaso era un po' scettico ma Gesù gli disse di mettere il dito nella sua ferita e così Tommaso credette. Gesù rispose che Tommaso era beato perché aveva creduto vedendo e toccando con mano ma molto di più beati sarebbero stati quelli che avrebbero creduto anche senza aver visto, cioè noi tutti.

Io credo nell'ultimo Re di Israele perché credo alla Parola. In realtà credo che ci siano tante parole dette a vanvera o parole tratte da quella originale ovvero la Bibbia. Credo in questa Parola perché la ritengo Parola di principio che non ho potuto udire, non ho potuto "vedere" ma la posso oggi contemplare e toccare con le mie mani. Soprattutto perché mi rendo conto che sono come erba che secca ma che nel proprio ciclo vitale può produrre un bel fiore, sono anche una formica su questa terra ma Dio è la cupola di questo mondo.

Non voglio aprire una discussione politica/religiosa ma di cupole politiche che vogliono schiacciarci come formiche ci sono già, di cupole che vogliono ergersi sulla chiesa di Cristo sono molteplici ma noi siamo i mattoni dislocati sulla terra che insieme formano le mura della chiesa di Cristo e Lui è la cupola dalla quale distende un velo, lo dispiega come una tenda dove abitarvi.
Vogliamo crederci o no, Lui è al di sopra di ogni cupola terrena o catene terrestri e a Lui si può attribuire un Reame vero su questa terra e con ciò di Lui possiamo parlare per creare comunione (Appartenenza di uno stesso diritto reale (per lo più di proprietà) a più persone, comunanza. La società degli appartenenti a una stessa confessione religiosa).

Siamo fili d'erba che ondeggiano su questa terra e viviamo del Suo soffio (lo Spirito Santo). A Gesù va ogni riconoscenza che ci lega a Dio e solo a Gesù va il nostro legame. Per il resto ci si secca soltanto e SI MUORE ben DUE volte.
Se noi diciamo: «Siamo uniti a lui», e poi viviamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non viviamo nella verità. Invece, se viviamo nella luce come Dio è nella luce, siamo uniti gli uni con gli altri e la morte di Gesù, il *Figlio di Dio, ci libera da tutti i nostri peccati. Se diciamo: «Siamo senza peccato», inganniamo noi stessi, e la verità di Dio non è in noi. Se invece riconosciamo apertamente i nostri peccati, Dio li perdonerà, perché egli mantiene la sua parola. Egli ci libererà da tutte le nostre colpe, perché è buono. Se diciamo: «Non abbiamo mai commesso peccato», facciamo di Dio un bugiardo, e la sua parola non è in noi.
1 Giovanni 1:6‭-‬10

Tutto chiaro? Tra l'altro ho evidenziato un versetto, il 9 per l'esattezza, che in questa versione interconfessionale della Bibbia dice: Se riconosciamo apertamente i nostri peccati Egli li perdonerà. Tengo a precisare questo verso non perché sia migliore degli altri o io sia legato a questo verso in particolare ma perché serve più degli altri versetti in quanto ci da consapevolezza che dobbiamo riconoscere i nostri peccati. Quindi mi chiedo: se riconosco i miei peccati so di sbagliare o di aver sbagliato e ciò, comunque, mi mette in comunione con Dio. Non perché ho un peccato sono escluso dalla comunione con Dio. Prendendo atto di ciò io riconosco il peccato e la mia volontà di avere una relazione con Dio mi porterà certamente a migliore il mio status. Sono certo della Parola di Dio che dice che Egli ci libererà da tutte le nostre colpe perché è BUONO.

Il peccatore non sarà mai buono come Dio, l'uomo ha peccato e sicuramente continuerà a peccare, Gesù è stato uomo ma la Sua perfezione non riguarda l'uomo perché l'uomo rimane un peccatore.

Può sorgere polemica su ciò? Certo!

Allora mi va di fare un esempio: un uomo che non conoscere l'amore di Dio padre, degli eventi di Cristo sulla terra che ascolta il Gesù fatto uomo Perfetto e modello da seguire, può quest'uomo identificarsi nella perfezione? Certo che no. Credo che un uomo qualunque debba prendere consapevolezza del suo peccato perché è riconoscendolo che si avvicinerà al miglioramento. È la volontà di migliorarsi che lo avvicinerà a Gesù ma quest'uomo, sono certo, non raggiungerà la perfezione. Dio ha creato tutto perfetto ma l'uomo l'ha complicato ed è proprio la nostra voglia di far fiorire qualcosa di buono nella nostra vita che ci permetterà di non morire come semplice erba di campo ma con una gloria di splendore di Luce.

Non so se ho reso l'idea.

A te una buona riflessione.


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