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L'amicizia, una triste realtà


Amicizia: Reciproco affetto, costante e operoso, tra persona e persona, nato da una scelta che tiene conto della conformità dei voleri o dei caratteri e da una prolungata consuetudine.

Come poter o voler parlare di amicizia non partendo dal significato. Come si fa normalmente in questo ventunesimo secolo si apre Google e si cerca la parola trovandone il significato e già quest’ultimo, per la parola amicizia, potrebbe bastare per spiegare quello che si vive nella scelta di condividere fatti e situazioni con altre persone.

Quel momento della mia vita fatta di credenze e correnti di pensiero generalizzati che ormai mi sono buttato alle spalle, mi aveva inculcato che più amici avevi più eri forte, la cosiddetta famiglia, un posto dove rifugiarsi e sentirsi inattaccabile. Sempre quelle credenze e quei bombardamenti mentali che caratterizzavano la mia falsa maturità mi avevano portato a disprezzare il concetto amicizia per rientrare in un pensiero comune che diceva così: gli amici sono quelli che hai in tasca, per intendere i soldi che si hanno per poter comprare tutto.

In fondo è chiaro che di amicizia non si vive e non si muore ma c’è chi ha fondato la propria vita sull’amicizia, c’è chi ha fondato anche la sua società sull’amicizia. Addirittura l’amicizia è una serata al bar, una birra insieme o un momento solo ed unico di conversazioni di stupidaggini.

È chiaramente impossibile pensare di essere amici, invece molto facile esserlo.

Non so che concetto ti sia fatto di me in merito all’amicizia ma mi sono interrogato sull’argomento e ho pensato proprio ad un uomo che tende a pensare all’amicizia come forza, come potere, come società, come soldi. Sì! Quell’uomo che si lega ad una figura e 99 su 100 sarà deluso.

L’amicizia è un aspetto molto bello della nostra vita ma come ho indicato all’inizio di questo testo, l’amicizia è qualcosa che NASCE da una scelta di CONFORMITA’. Non serve dirlo ma sappiamo benissimo che ogni cosa che nasce è destinata anche a morire soprattutto se alla fine della conformità di voleri, caratteri e consuetudini vi è la parola cambiamento.

Realizzando quello che è il concetto “terreno” di amicizia sono riuscito ad avere un rapporto molto più appagante con i miei amici.

Il rapporto di amicizia quindi è chiaro ed è basato sulla reciprocità, quindi con una volontà da parte di entrambi, che necessita di costanza e addirittura per continuare ad esserci amicizia bisogna che ci sia operosità. Ma il fatto più carino è proprio quello che oltre la scelta che uno fa ci debba essere conformità di voleri, caratteri nonché consuetudine, cioè un fare sempre costante.

Come si fa ad essere amici con caratteri diversi, come si fa a stringere amicizia vedendosi solo per qualche tempo, come soprattutto fare ad avere costanza quando ci stanchiamo in un’ora di una cosa e vogliamo passare ad altro.

Meglio non avere amici?

Il concetto che può venir fuori da queste premesse è proprio quello di non avere amicizie. Sì perchè mi guardo intorno e valuto chi mi è rimasto amico. Chi nella reciprocità è ancora amico. Eppure ho tanti amici reciproci.

Amici, Reciprocità.

Ho reciprocità di lavoro, reciprocità di social, reciprocità di passeggiata, ho reciprocità da incontri, avevo anche reciprocità religiose ma alla fine anche questo ha avuto un tempo ben limitato e a dir poco spiacevole. Eh sì spiacevole perchè è l’ennesima conferma che mi fa rendere conto di quanto è Viva la Parola di Dio.

Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio.

Giacomo 4:4 b

Chi di noi non insegue un piacere personale che può essere la voglia di una nuova macchina, un bel vestito o qualsiasi altra cosa che questo contorno giornaliero ha creato per noi. E’ questo il concetto di mondo, quell’andare nelle direzioni in cui ti guida “l’aria” una trasformazione quasi surreale di bandiera.

Ogni interesse che viene seguito rincorrendo questo spirito dell’aria sicuramente aggrega in un momento di reciprocità ma disgrega alla fine dell’interesse.

Chi ha chiaro il concetto di spirito dell’aria sa a cosa mi riferisco ed ecco perchè chi è amico di questo andare di interessi che riguardano questioni monetarie, lavorative, familiari, religiose alla fin fine non può considerarsi amico. La reciprocità finisce con il finire dell’interesse. Se non sei nel mio interesse non ti calcolo più. Qualcuno può definirlo “scelte diverse”, io lo definisco fine di reciprocità. Fine dell’amicizia “terrena”.

Questo andazzo nel fare le cose con interesse e reciprocità ci fa essere amici fino a quando le cosa vanno bene ma poi finisco per deluderci.

Se hai letto questo capitolo 4 del libro di Giacomo sai quale sia il rammarico nel pensare di poter essere amici oggi ma quello che invece ho voluto tirar fuori è semplicemente l’attenzione sull’amicizia. Una parola talmente svenduta nella bocca di tutti ma mai davvero fatta propria.

Chi mi insegna ad essere amico.

Nessuno uomo ti può insegnare l’amicizia. Dio ti può insegnare il rapporto e come te lo insegna? Chiedendoti di amare gli altri come ami Lui. Ma quanto amiamo Dio, quanto siamo disciplinati nell’ascoltare la parola di un Padre? Figuriamoci come vogliamo essere amici o amare gli altri.

Volendo imparare da Dio il concetto di amicizia dovremmo trovare piacere nel dare senza pretendere di ricevere ma anche in questo pecchiamo sempre di amarezza.

Le uniche forbici che tagliano la reciprocità sono amore e consapevolezza. Amare quindi chi sai che può deluderti e sapendo che allo stesso tempo noi non siamo migliori di quello che ci ha deluso.

In fondo è questo che ci fa sorridere e stare bene con gli altri, guardarci con serenità tanto non ci sono professori o alunni, alti o bassi, maggiori o minori, capaci o incapaci, migliori o peggiori ma uomini e uomini, carne e carne, uno e uno, due e due, identico ed identico.

Ama senza reciprocità. Amore incondizionato.

Sei un ingranaggio col rischio di inceppamento.



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